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2018, le mie immagini preferite

E’ un classico, la fine dell’anno porta con sé la tentazione di fare bilanci, di guardarsi alle spalle per un attimo e vedere che cosa abbiamo fatto nel corso degli ultimi dodici mesi.
Quest’anno ho deciso anch’io di cedere alla tentazione e, stando nell’ambito della fotografia, ho voluto rivedere tutte le immagini che ho scattato e condiviso con voi nel 2018 per poi scegliere le mie cinque preferite.
Il criterio di valutazione non è naturalmente la qualità dell’immagine finale che, pur essendo importante, per me è sempre secondaria rispetto all’esperienza vissuta, alla ricerca, al piacere di osservare e sentire, prima ancora che ritrarre, i soggetti che amiamo.

  • Amici nella nebbia

    Siamo sulle colline dell’Oltrepò Pavese in una fredda e nebbiosa giornata di gennaio.
    L’atmosfera è magica, il profumo del terreno umido, un silenzio profondo e surreale.
    Sapendo quanto questi boschi e questi pendii ondulati siano pieni di vita cammino lentamente, cercando di fare il minor rumore possibile.
    D’un tratto intravvedo due sagome in lontananza che sembrano quasi cespugli. Io mi accuccio, loro alzano la testa all’unisono, incuriositi prima che spaventati. Un paio di foto, qualche secondo ancora per osservarci a vicenda e poi la danza leggiadra dei due caprioliche s’immergono nel bosco svanendo in un istante.

Amici nella nebbia’ - Capriolo (Capreolus capreolus), Oltrepò Pavese


  • In un mondo sospeso

    E’ ancora gennaio ma questa volta siamo nel Parco naturale dei Monti Simbruini, Lazio.
    Ha nevicato tutta la notte ma le previsioni per la giornata sono buone quindi decido di salire sul Monte Contento con le ciaspole e di aspettare il tramonto in vetta.
    Arrivato all’attacco del sentiero però mi rendo conto che il programma dovrà subire una sostanziale modifica. Sono completamente immerso nelle nuvole e non vedo a più di 4/5 metri davanti a me. Figuriamoci in vetta.
    Un pochino demoralizzato decido comunque di infilare le ciaspole e fare una breve escursione nel bosco, seguendo i segnavia a tratti, quando li trovo.
    Il paesaggio è immerso nel silenzio più assoluto, tutto è bianchissimo, etereo, indefinito. E mie sono le uniche tracce sulla neve, nemmeno i numerosi abitanti della faggeta sono ancora passati di lì.
    Un’esperienza davvero meravigliosa, in un mondo sospeso tra terra e cielo.

In un mondo sospeso’ - Parco naturale dei Monti Simbruini, Lazio


  • Finistère

    Qui siamo in Bretagna, sulla punta occidentale d’Europa, tra Manica e Oceano Atlantico.
    E’ luglio ma l’aria della sera è piuttosto fredda ed è piacevole passeggiare fra i bassi arbusti, la sabbia e le rocce di questo lembo di terra. Incontro pochissime persone, quasi tutti abitanti del luogo, qualche arvicola e molti gabbiani.
    Arrivato sul margine della scogliera c’è ancora molto tempo prima che il sole affondi nell’oceano lasciando il compito di rassicurarci al faro che vedo in lontananza.
    Immerso nel fragore delle onde e nel profumo del mare ad osservare la luce che ridisegna continuamente il paesaggio… non sarebbe male passare tutte le sere da queste parti! E’ uno di quei luoghi che entrano nell’anima.

Finistère’ - Bretagna, Francia


  • L’appuntamento

    Qui non siamo nei boschi di un parco o di una riserva naturale ma nel cuore di Roma e la scena è stata ripresa dal balcone di casa. E si tratta di un soggetto molto comune, un gruppo di storni.
    Questo uccello vive in comunità molto grandi e non è difficile avvistare stormi di centinaia di individui disegnare splendide figure nei cieli delle città italiane e, almeno a Roma, cercare di sfuggire agli attacchi del falco pellegrino.
    Proprio a causa del numero, la convivenza con l’uomo non è sempre semplice visti i danni ai raccolti e la sporcizia che porta nelle aree urbane. Nonostante questo è una specie tutelata.
    Normalmente preferisce nutrirsi nelle campagne durante il giorno per poi tornare, verso sera, a riposare nella sicurezza delle città. Ed è proprio al tramonto che, da qualche tempo, qualche decina di individui viene a sostare su un grande pino davanti a casa. E’ un viavai di canti, danze e figure in movimento. E’ la poesia della Vita.

L’appuntamento’ - Storno comune (Sturnus vulgaris)


  • Bramito
    Qui siamo nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, durante la stagione degli amori dei cervi.
    In una valle appartata, al di fuori degli itinerari più comuni in questo periodo dell’anno fin troppo frequentati.
    Il richiamo dei maschi riecheggia ovunque e man mano che ci avviciniamo al tramonto diversi esemplari escono allo scoperto dalle faggete, fanno capolino sui crinali rocciosi. Due si sfidano apertamente poco più in basso, inseguendosi e sfidandosi con forza, il frastuono dello schianto dei palchi chiaramente distinguibile in tutta l’area.
    D’un tratto sento un maschio bramire alle mie spalle, sempre più vicino. Pochi metri sopra di me, ignaro della mia presenza, un esemplare raggiunge il crinale e si accovaccia, forse per riprendere fiato.
    Sotto al telo mimetico, cercando di fare meno rumore possibile ruoto attorno al treppiedi e mi concentro sul nuovo venuto che poco dopo si alza nuovamente in piedi. La sua silhouette ora si staglia contro il cielo e le nuvole di passaggio. Il bramito è potente, il suo passo forte e pesante si avverte chiaramente sul terreno.
    Che esperienza poter osservare un maschio di cervo così da vicino, nel suo ambiente, nella primordiale cornice di una solitaria vallata che a breve sarebbe stata illuminata dalla luna.
    Ed eccola sorgere fra le creste di roccia, era già quasi ora di rientrare.
    Ma il ricordo di questo meraviglioso incontro mi avrebbe accompagnato a lungo.

Bramito’ - Cervo nobile (Cervus elaphus)