Distanza: 8 Km (A/R 16 km)
Durata: 3h 15' (A/R 5h 30')
Quota Max: 1.961 m
Dislivello: 1.100 m
Sentiero: Segnato
Difficoltà: EE
Data: Aprile 2017
Questo itinerario ci porta sul Monte Tarino (1.961 m), una delle cime più affascinanti del Parco naturale dei Monti Simbruini, attraverso un percorso un po' faticoso ma ricco di fascino, partendo dalle sorgenti del fiume Aniene.
In un altro post ( Da Campo Staffi al Monte Tarino ) ho già parlato di un'escursione sul Tarino; in comune hanno l'ultima parte, da Monna della Forcina (1.570 m), dato che sulle attuali carte del parco è indicata come unica via di accesso alla vetta. Alcuni ragazzi incontrati lungo la strada mi hanno parlato di un anello, segnato su precedenti edizioni, ma credo che ad oggi non sia più segnato. Mi informerò...
Tornando al percorso di oggi, partiamo da Fiumata (930 m), situata tra i paesi di Filettino e Trevi nel Lazio, all'altezza di un allevamento di trote. Seguiamo fin da subito il sentiero 693b, ben indicato, in direzione di Fonte della Radica.
Il primo tratto asfaltato lascia presto il posto ad una comoda carrareccia che costeggia il fiume che attraverseremo poco oltre, portandoci alla sua destra.
Questo primo tratto è stupendo, il sentiero comodo e la pendenza ridotta permettono di inoltrarsi nel bosco godendo appieno del paesaggio; la faggeta che si fa via via più fitta, attraversata dall'Aniene e impreziosita del suo canto, è uno spettacolo da togliere il fiato...
Un po' come la salita che dobbiamo affrontare una volta raggiunta Fonte della Radica (1.169 m), una brutta costruzione in cemento che raggiungiamo dopo circa 1 ora di cammino. Attraversiamo una seconda volta il torrente, a questa altezza poco più di un rivolo d'acqua, per portarci alla sua sinistra e seguiamo il sentiero, meno evidente ma sempre ben indicato, che sale deciso nella vallata che qui si fa più stretta. Questo tratto è più faticoso, sia per la pendenza che si fa più decisa, sia perché un letto di foglie piuttosto alto impedisce di vedere dove si mettono i piedi rendendo difficile un passo regolare.
Dopo circa 30 minuti il bosco si apre, la pendenza diminuisce e ci troviamo ad attraversare un breve tratto di prato fino ad arrivare all'imbocco di Valle Forchitto (1.450 m). Da qui il sentiero riprende a salire deciso attraverso la stretta e ripida valletta, più un canalone, fino a raggiungere i campi in corrispondenza di Monna della Forcina (1.570 m), in questa stagione ricoperti di crochi.
Questo punto è un crocevia dove si incontrano diversi sentieri, a nord verso il Rifugio di Campo Ceraso, a est verso Campo Staffi e a ovest, la direzione che prendiamo noi seguendo le indicazioni per il Monte Tarino e il sentiero 693b, che ci conducono nuovamente nella faggeta e nuovamente in salita. Il percorso esce per un tratto dal bosco regalandoci una splendida vista verso sud, il Monte Cotento e oltre, fino al Viglio. Proseguiamo sul sentiero, sempre piuttosto ripido, ed entriamo nuovamente nella faggeta. Quando la lasciamo, per l'ultima volta, il paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi è magnifico; improvvisamente lo sguardo può abbracciare le vallate incontaminate del Parco e apprezzare l'ultimo tratto di sentiero, forse il più bello, che si snoda in cresta fino alla vetta del Tarino. Abbiamo percorso circa 7 Km in 2 ore e 45 minuti e manca poco alla fine.
Dalla cima, che abbiamo raggiunto in circa 3h e 15', la vista è meravigliosa. Oltre alla vallata del SImbrivio e alle altre cime dei Simbruini, nelle giornate limpide sembra di poter toccare Il Monte Velino, affiancato dal Cafornia e dal Sevice e si distinguono chiaramente la Majella, in questi giorni ancora coperta di neve, e il Gran Sasso.
Il ritorno, segundo lo stesso percorso, richiede circa 2h e 15'.