Distanza: 5 Km (10 A/R)
Durata: 2h 30’ (4h 15’ A/R)
Quota Max: 1.862 m
Dislivello+ : 800 m
Sentiero: F2 - F1
Difficoltà: EE
Data: Ottobre 2019
Questo itinerario nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ci porta sulla vetta del Monte Amaro di Opi che, nonostante la quota non particolarmente elevata, 1.862 m, offre un bellissimo affaccio sul Lago di Barrea, la Val Fondillo e alcune delle più belle montagne del Parco.
Partiamo in corrispondenza del parcheggio Val Fondillo, dove troviamo un punto ristoro e informazioni, e imbocchiamo il sentiero F2, una comoda strada bianca che una volta superato il Museo della Foresta ci porta ben presto a costeggiare il torrente che da il nome alla valle.
Proseguiamo per circa 1,5 Km fino a raggiungere la grotta Fondillo, che trovaimo alla nostra destra in corrispondenza di un segnavia. Seguendo l’indicazione del sentiero F1, che ci condurrà fino alla vetta, imbocchiamo un piccolo ponte alla nostra sinistra che ci consente di passare sull’altra sponda del Fondillo.
Attraversiamo il ponte e la piccola radura in cui ci ha condotti per poi prendere a sinistra in direzione della sorgente Tornareccia.
Prima di raggiungerla incontriamo un bivio. Segendo a sinistra raggiungiamo la sorgente mentre a destra saliamo verso la vetta di Monte Amaro (1.862 m).
Il sentiero comincia a salire e non smetterà di farlo fino al limitare del bosco, in prossimità dello stazzo che si trova a circa 1.650 metri di quota. Cosa che trasforma questa breve escursione in un percorso piuttosto impegnativo.
La faggeta è comunque bellissima e di tanto in tanto regala meravigliosi affacci sulla vallata sottostante, sull’imponente profilo della Serra delle Gravare e sull’antico paese di Opi.
Il percorso è sempre piuttosto evidente e ben indicato con segnaletica bianco / rossa ad intervalli regolari.
Raggiunto un grande masso su cui è segnato il numero del sentiero (F1) da cui si gode di un bel panorama sui boschi sottostanti, ci troviamo a circa metà strada. Proseguiamo ancora nel bosco fino a raggiungere una grande formazione rocciosa che lasciamo alla nostra sinistra tagliando il pendio di costa, verso destra, e poco dopo, con la faggeta che si fa via via più rada, raggiungiamo lo Stazzo di Monte Amaro.
In questo punto il panorama si apre sul Monte Marsicano e, proseguendo, sulle splendide rocce della Camosciara.
Quest’area è molto frequentata dal camoscio d’Abruzzo ed è abbastanza facile incontrarne alcuni esemplari che pascolano o riposano in prossimità del limitare del bosco.
Protagonista di una bella e sopratutto riuscita storia di conservazione, il camoscio appenninico è un animale unico (è infatti presente solamente in zone circoscritte del nostro appennino) e bellissimo da osservare.
A patto di non disturbarlo è sicuramente affascinante fermarsi in silenzio a godere della sua discreta compagnia.
Proprio in virtù della sua presenza, nei mesi estivi l’accesso a questo sentiero è regolamentato e possibile solo se accompagnati da guide autorizzate per non arrecare troppo disturbo alle mamme con i nuovi nati. Occorre verificare di anno in anno le date esatte sul sito del Parco nazionale d’Abruzzo o direttamente al punto informazioni.
Da questo punto la via per la vetta è visibile ed evidente, basta seguire la cresta della montagna.
Raggiunta una prima ‘falsa’ cima, si ridiscende per pochi metri per poi risalire fino alla vetta a quota 1.862 m.
Non troviamo una vera e propria croce di vetta ma piuttosto un cumulo di pietre con un legno e una scritta che ci indicano che siamo arrivati. Certamente meglio dei tanti ‘mostri’ di metallo che talvolta vengono installati.
Il panorama è meraviglioso a 360 gradi, il Monte Marsicano, il Lago di Barrea, i frastagliati profili della Camosciara e, alle nostre spalle, la Val Fondillo con i suoi boschi rigogliosi, da cui abbiamo iniziato la nostra salita.
La via del ritorno è la stessa, se vi va, con l’aggiunta di una piccola deviazione alla sorgente Tornareccia, per godersi qualche ultimo istante in natura cullati dalla brezza del bosco e dal canto dell’acqua.